10 settembre: giornata mondiale per la prevenzione del suicidio

©Università di Roma la Sapienza
Anche quest'anno si svolgerà a Roma il Convegno Internazionale di suicidologia e salute pubblica. Data la situazione che tutti noi ben conosciamo il Convegno sarà "virtuale" tramite webinair e si parlerà sicuramente dell'incidenza del virus Covid 19 sul fenomeno dei suicidi.
I dati ci dicono che in Italia sono stati registrati circa settanta suicidi e una cinquantina di tentativi di suicidio legati direttamente all'emergenza Covid 19.
Teniamo conto che mediamente in Italia si registrano 4000 suicidi e 40.000 tentativi di suicidio all'anno, soprattutto da parte di giovani.
I giovani che potrebbero sembrare la parte più resiliente della popolazione sono però molto esposti al tema del suicidio dato che tratti depressivi minori si riscontrano sovente nella fascia 12-24 anni, senza tenere conto poi di sindromi depressive vere e proprie. Anzi: il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 ed i 30 anni.
Torniamo alla correlazione tra Covid 19 e suicidio; tre fasce di popolazione sono apparse particolarmente colpite: gli operatori sanitari in prima linea quindi medici, infermieri, barellieri, personale delle ambulanze e personale ausiliario degli ospedali. E' facilmente comprensibile, abbiamo tutti ancora alla mente i volti dei "curanti" segnati dalle tante ore di uso delle mascherine, provati, stressati e collassati per l'improvviso carico di terribile lavoro cui dovevano fare fronte, sovente senza gli adeguati dispositivi di protezione!
Altra tipologia di persone che hanno risentito pesantemente della pandemia nelle casistiche di suicidi è rappresentata da chi aveva terrore di contrarre il virus, per se o per paura di contagiare altre persone, sia familiari che non. Il terrore era rappresentato dal finire in ospedale intubato e sedato. 
Altra fascia di popolazione è rappresentata da chi ha perso il lavoro, dipendente o liberale, con pesante ricaduta economica, familiare e sociale. Purtroppo questa terza fascia di popolazione è quella ancora particolarmente a rischio, e lo sarà purtroppo nei prossimi mesi. Abbiamo casi di imprenditori, commercianti o lavoratori che hanno posto drammaticamente termine alla propria vita, angosciati per la perdita del lavoro.
Vero è che il suicidio è sempre un'evento multifattoriale, ovvero molteplici fattori convergenti possono portare a tale atto, però lo scenario globale di pandemia, incertezza, angoscia e paura ha rappresentato uno sfondo cupo e terrificante per tutti noi.
Gli operatori della salute italiani, in primis gli psichiatri, facevano anche notare che con la chiusura degli ambulatori, il contingentamento dei ricoveri in ospedale e la netta diminuzione degli accessi agli studi medici, gran parte della popolazione "fragile" si è trovata senza punti di riferimento adeguati. L'uso di Internet e delle videochiamate ha solo in minima parte ridotto tale fenomeno. Molte persone bisognose hanno trovato un minimo conforto nel parlare con qualcuno davanti uno schermo di computer!
Permettete una nota personale: i media hanno ben contribuito a tenere "alta la tensione", media italiani, francesi o di qualunque altra parte del mondo.
Trovo grande la responsabilità dei media rispetto alle notizie date sulla pandemia: ancora oggi che i numeri sono assolutamente gestibili e, soprattutto, i medici hanno strumenti e farmaci utilissimi per affrontare il contagio, la "musica di fondo" è sempre a tinte fosche e cupi!
Ma questo sarà occasione di ben altri dibattiti tra qualche tempo, con numeri chiari alla mano e popolazione molto più consapevole dell'entità del fenomeno, non solo sanitario, ma sociale...