Il veliero a tre alberi francese Belem


Il veliero Belem al porto di Nizza
La bella città di Nizza, pur ancora ferita per i tragici avvenimenti del 14 luglio, sta tentando in tutti i modi di "tirarsi su" ed offrire la parte migliore di sé, in termini di ospitalità, offerta turistica e culturale.
Capitano a proposito le giornate europee del Patrimonio, per due giorni il 17 e il 18 settembre, Nizza ha aperto le porte di tutti i suoi monumenti più belli.
La 33ma edizione ha come tema “il Patrimonio e la cittadinanza” ed offre un bel programma di percorsi, di visite a siti normalmente chiusi al pubblico, di concerti e di conferenze, e tutte le proposte sono gratuite.
Tra le offerte abbiamo scelto la visita al grande veliero a tre alberi Belem, ormeggiato al porto di Nizza. Con pazienza abbiamo fatto la coda, assieme a tantissime altre persone, eccitate e curiose di potere salire a bordo di questo magnifico veliero francese.
La storia di questo veliero parte dal 1896, anno del varo in Francia e annovera tantissimi viaggi commerciali oceanici verso il Brasile, la Guyana e le Antille.
Nel 1914 diviene veliero di "plaisance" e verrà dotato di motore. Nel 1951 è acquistato dalla Fondazione Cini di Venezia per essere utilizzato come nave-scuola.
Nel 1978 viene ancora venduto e la Caisse d'Epargne l'acquista per donarlo alla Fondazione appositamente creata: la Fondation Belem.
Gli ultimi lustri vedono la Belem solcare gli oceani per partecipare e fare bella mostra di sé a ricorrenze importanti come il centenario della statua della libertà a New York (1986) poi attraversa l'Atlantico per rappresentare la Francia al 400mo anniversario della fondazione della città di Quebec, e nel 2012 è "invitata" dalla Regina Elisabetta II per il suo Jubilé de Diamant e per i giochi Olimpici di Londra.
Insomma la Belem è ormai divenuta ambasciatrice della Francia in contesti casalinghi ed internazionali ed, ovviamente, si fa notare per la sua bellezza carica di storia. 
Sappiamo bene che i francesi sono bravi ad utilizzare anche "monumenti mobili" come questo veliero per fare azioni di marketing soprattutto di respiro internazionale.
Ma, dal mio punto di vista, e mi fa piacere dirlo, il veliero offre la possibilità di effettuare navigazioni da due a sette giorni, più volte nell'arco dell'anno, ad oltre un migliaio di giovani (studenti e non) che possono così sperimentare il piacere, l'emozione (e la fatica) di governare tale nave.
Ottima idea offrire a dei giovani l'imbarco sulla Belem come scuola di vita, esperienza di condivisione (pensate agli spazi ristretti), e perchè no, occasione per taluni di scoprire che andare per mare è molto bello e potrebbe anche diventare un lavoro...

Capitani coraggiosi








14 luglio a Nizza






Per rispetto delle vittime e dei feriti di Nizza ho atteso a pubblicare questo post. Nel pomeriggio del 14 luglio ero stato invitato alla manifestazione ufficiale del Municipio di Nizza per la ricorrenza della presa della Bastiglia, nella splendida cornice della Villa Massena.
Come potete immaginare i discorsi delle autorità civili e militari facevano chiaro riferimento agli ultimi episodi di terrorismo avvenuti sul suolo francese ed all'unità di tutti i francesi (e non solo) per dare risposta ferma e determinata ai drammatici avvenimenti accaduti.
Al termine dei discorsi ufficiali la banda ha intonato la Marsigliese che è stata cantata con grande emozione da tutti i partecipanti.
Poi sono stati accolti con un caloroso applauso i cinque piloti della pattuglia francese che hanno sorvolato Nizza con i loro velivoli Alpha Jet.
Mi ha sorpreso (piacevolmente) scoprire che tra di loro era presente anche Maurizio, tenente colonnello della nostra Aeronautica Militare, istruttore da tre anni dei colleghi francesi di stanza alla base Nice.
Con simpatia ha accettato di raccontarci della sua esperienza e... foto di rito! Chi avrebbe mai detto che da li a poche ore una tragedia si sarebbe abbattuta su Nizza, città in festa, mentre famiglie intere erano sulla Promenade a passeggiare, appena terminati i fuochi d'artificio.



Intervista a Massimo Recalcati

Ascoltate l'interessante intervento di Massimo Recalcati, amico e collega con cui ho lavorato per molti anni quando era direttore scientifico dell'ABA.

La generazione "all'eccesso"



GLI ADOLESCENTI IN ITALIA OGGI: UNA RISORSA PREZIOSA NON SOSTENUTA DA POLITICHE IDONEE.

Questa è l'introduzione al nono rapporto di aggiornamento per gli anni 2015-2016 (appena pubblicato) sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Ben 91 Associazioni facenti parte del gruppo CRC (acronimo di Convention on the Rights of the Child) presenti sul territorio italiano hanno contribuito alla stesura del rapporto, che consta di 204 pagine dense di analisi, studi e rilevazioni sulla popolazione di ragazzi ed adolescenti.
Un passo del rapporto, che cito, dice: "Gli adolescenti oggi sperimentano nuove solitudini all’interno dei nuclei familiari, con figure genitoriali che vivono in condizioni lavorative, emotive e affettive stressanti, e spesso frustranti. I giovani si trovano inoltre, per la prima volta, a dover fare i conti con la possibilità di un futuro peggiore di quello dei loro genitori, a causa della crisi economica, e ne sono particolarmente consapevoli..... "Si assiste a un allentamento delle reti primarie di parentela, e a un maggiore isolamento delle famiglie, fenomeno complicato ulteriormente dalle modifiche del tessuto familiare derivanti anche da separazioni e divorzi".
Si tratta di un cambiamento profondo, che vede protagonisti prima di tutto gli adulti educanti, che nella relazione educativa rivelano una maggiore tolleranza di fronte alle trasgressioni, un’incapacità di porre limiti, fino all’erosione dell’autorevolezza e dell’autorità. Gli adulti di riferimento palesano una minore capacità di ascolto e di gestione della quotidianità dei figli adolescenti, e non solo per mancanza di tempo: fanno difetto le conoscenze e la formazione adeguate a sostegno del ruolo genitoriale.
I "Social Network" rappresentano lo strumento principale per conoscere persone e mantenere relazioni con gli altri, adolescenti e ragazzini sono sempre "connessi" tramite i loro telefonini, in ogni tempo e in ogni dove, assorti anche mentre camminano sul marciapiede o in bicicletta!
E' molto aumentata anche la sedentarietà, tantissimi giovani trascorrono troppe ore davanti al monitor del PC o alla televisione.
Il rapporto definisce questa generazione, generazione "all'eccesso", vediamo perchè:
E' molto aumentato l'uso di tabacco, alcol e droghe di vario genere, da quelle "leggere" come la cannabis a sostanze decisamente più forti e pericolose. Inoltre il 63 % degli intervistati ha ammesso il consumo sia di alcol, tabacco e droghe, in modo continuativo.
Comportamento sessuale: è sempre più centrato sull’apparire, incoraggiato dai messaggi che giungono dal mondo degli adulti. Gli adolescenti troppo spesso condividono sui Social Network anche foto e filmati a sfondo sessuale, all'apparenza senza remore di sorta.
Gli adolescenti che subiscono o hanno subito azioni di bullismo e/o cyberbullismo sono in costante aumento, con le ragazze vittime più frequenti.
Gioco d'azzardo, altro capitolo con dati in costante aumento, troppi giovani giocano anche on-line a scommesse di ogni genere.
Triste aumento anche degli episodi di autolesionismo, comportamenti che l’adolescente mette in atto nel tentativo di liberarsi dall’angoscia o per alleggerire un dolore interiore. Autolesionismo una volta molto legato ai disturbi alimentari, ora non più e non solo.
Abbiamo purtroppo in Italia il più alto tasso di dispersione scolastica europeo, e molti giovani sono definiti: Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero non studiano e non lavorano.
Il rapporto coglie anche le spinte positive e creative degli adolescenti, che chiedono al mondo adulto riconoscimento e valorizzazione ma, come scritto prima, troppo spesso gli "adulti" non sanno bene come fare e che modello incarnare....
E' molto interessante che alla fine di ogni paragrafo sono inserite le raccomandazioni che il Gruppo CRC rivolge alle istituzioni competenti e Ministeri. In blu le raccomandazioni reiterate dagli anni precedenti e non ancora attuate.
Nel senso che il rapporto pubblica pagine e pagine di preziose raccomandazioni, suggerimenti, proposte di intervento e di leggi, sollecitazione ad applicazione di normative dedicate ai giovani, sia a livello nazionale che internazionale.
Raccomando a tutti i genitori (e non solo) la lettura integrale del rapporto, che trovate al link seguente:







Intervista ad André Giordan


André Giordan con Massimo Felici
DOMANDA : Prof Giordan, ci racconti la sua esperienza umana e di paziente, che l’ha portata ad ascoltare il suo corpo e, sulla base delle sue conoscenze, a definire una strategia di guarigione senza l'utilizzo di farmaci. 

RISPOSTA : agosto 1975, visito in bici la costa occidentale della Corsica, tra Calvi e Ajaccio con la mia nuova compagna. Di ritorno sulla terraferma, a Nizza, mi sveglio con enormi dolori, febbre alta: 40° e mezzo. Impossibilitato ad alzarmi, non riuscivo nemmeno a riflettere, un mal di testa sproporzionato; oltre a nausea e diarrea. Ho sempre i brividi, prendo delle aspirine e trascorro due giorni a letto. Non mi preoccupo, sarà solo un principio di influenza. Senza dubbio, gli sforzi in bicicletta, un sacco di stress e l'umidità delle notti trascorse in una tenda sotto la pioggia costante di quest’anno. Due giorni dopo sto un po' meglio e ricomincio a Parigi il mio lavoro di insegnante al Liceo Carnot.
Due mesi dopo, festa del Ringraziamento, senza preavviso, di nuovo temperatura alta, dolori, perdita di appetito, nausea, vomito, dolori addominali e soprattutto violenti mal di testa. Passano due mesi e stessa storia... Otto mesi dopo, quegli stessi episodi febbrili si ripetono con la stessa regolarità di due mesi. Sono giovane, mi riprendo in fretta... Ma cosa succede? Finisco per interrogarmi. Sarà la malaria? Questa malattia esisteva ancora a quell’epoca su quell’isola. 
Test, ospedale, altri test, si scopre che non lo era... Eppure questi episodi altamente febbrili si ripetevano di tanto in tanto, con la stessa intensità e la stessa regolarità. Comincia il valzer dei servizi ospedalieri. Dopo delle analisi all’ospedale di Nizza, il mio medico mi manda all'Hotel-Dieu di Parigi, poi al Pitié-Salpêtrière, dove venivano offerti dei servizi altamente specializzati. Prelievi di sangue, analisi delle urine, delle feci.. ripetutamente. Sono molto seguito dai medici, ogni volta mandato di servizio in servizio con una bella lettera di raccomandazione per un "caro illustre collega". Gli esami si mescolano, biochimici, batteriologici, radiologici, immunologici, ecc... Sono anche diventato un argomento di tesi su delle forme di malaria che non esistono! 
Niente da fare, i farmaci mi fanno solo più male: mal di stomaco, vomito, febbre, stanchezza... Mi porto dietro questi episodi di febbre alta e dolori cervicali per altri tre anni fino al 1978... Che io sia in vacanza o vincolato dal mio lavoro. I medici "classici", non possono fare niente per me, cerco una soluzione nella medicina alternativa: omeopatia, oligoelementi, oro, rame, argento, senza crederci troppo. Come molti, e come uno scienziato che pensa razionalmente, ero condizionato a trovare una soluzione unicamente nelle medicine. 
Curioso per natura, però, comincio a cercare io stesso per me. Ascolto mia nonna che mi dice di "mangiare le arance." La sua cura è stata miracolosa. Questo è quello che faccio... e finalmente con successo. Infatti, anticipo... Siccome le crisi sono regolari, ogni due mesi, mi riempio di arance nei giorni precedenti, e funziona! Ancora un po’ di febbre leggera le prime volte, poi più niente. Erano le arance il "di più" che permetteva al mio corpo di reagire...? 
Questo episodio cambia tutto nella mia testa! Invece di assumere farmaci continuamente, non avrei dovuto piuttosto cercare le risorse dentro di me? Da allora, mi appoggiai sulle potenzialità del corpo umano e per iniziare, sul mio proprio potenziale. Nulla di originale, assolutamente, e dire che sono enormi, spesso inutilizzati o paralizzati dai nostri stili di vita e dalle nostre medicine. Ho ricercato le migliori fonti scientifiche su come preservarli e persino migliorarli. Parallelamente, ho iniziato ad ascoltare il mio corpo e a cercare di decodificare i suoi messaggi... 
Sono passati trent'anni, non ho potuto evitare qualche influenza, mal di gola, mal di schiena, emicrania, ecc... Ogni volta pero’ ne sono uscito senza farmaci "lavorando" su di me. A poco a poco, questi episodi di malattie si sono anche distanziati... 

D : la combinazione di tre aree fondamentali della conoscenza umana è molto interessante: alimentazione, attività e piacere; Delle zone d’esperienza mettono in collegamento il corpo, il cervello e la psiche; lei scrive che non esiste una soluzione generale, ogni persona deve scoprire ciò che è bene per se stessa. 

R : al minimo malanno, piccolo raffreddore, occhio che piange, stanchezza, un po’ di "gastroenterite", "influenza" come si dice in Italia, un po’ di mal di testa, una minima depressione a causa del voto scarso del proprio figlio o di una lite con il coniuge o amante, un farmaco presto! Dobbiamo smettere di identificare il medico e i farmaci come la salvezza a tutti i nostri mali. Ogni francese consuma in media 48 scatole di medicinali; in Italia, un po' meno e sono riusciti a dimezzarne il consumo. Ma è ancora troppo. Sono davvero sempre utili? Non causano più problemi che benefici? Perché non cercare piuttosto l'enorme potenziale di auto-guarigione del nostro corpo, in noi stessi... Non è sempre noto e in gran parte non utilizzato. Da allora, faccio prevenzione ascoltando il mio corpo e individuando ciò che mi fa bene.. Non aspettiamo che la malattia si prenda cura del nostro corpo. Non fermiamoci all'idea che la medicina, o i farmaci stessi, saranno sempre lì a confortarci. L'uomo bionico, che potrà sostituire tutti i suoi organi non è ancora all'ordine del giorno. 
La cura di sé, la serenità, non sono semplicemente legati all'assenza di malattia. Tutto avviene a monte nella nostra persona, nelle nostre relazioni, nei valori che viviamo e che ci possono disturbare. Per mantenersi in salute, non esiste una soluzione, solo alcuni principi: un’alimentazione equilibrata, attività fisica e alcuni piaceri, compresi i piaceri sessuali! 
L'attività fisica è fondamentale. L’importante è di non rimanere fissi sul proprio computer, tablet o smartphone o iniziare una formazione per fare la maratona. Attiviamoci almeno per una mezz'oretta, se il nostro lavoro non è manuale. Perché non spostarsi in bici? Saliamo le scale, facciamo giardinaggio, nuotiamo, pratichiamo il “pilou”, lo sport di Nizza. Privilegiamo ciò che ci è possibile o che ci piace. 
Perché non provare a farsi del bene? E per iniziare prendere del tempo per se stessi. Mettiamo da parte le scuse che di solito ci impediscono di farlo. 
Non ditemi che non potete prendervi 5 minuti per pensare a voi stessi... mettiamo un po’ da parte gli Smartphone... Scegliamo poi chi siamo o cosa ci fa bene: il relax, i massaggi, la meditazione, le risate, una festa, un piccolo piacere quotidiano o qualunque cosa... anche la sessualità! Degustiamo un pezzo di cioccolato, un bicchiere di vino o una birra... Cominciamo ad imparare... 
La mia salute dipende, come per molti, della mia mente. Smettiamo di lamentarci, dicendo che siamo fregati... 'Lavorare' su se stessi, essere in sintonia con se stessi, rifiorire, sono dei passaggi obbligatori verso il benessere. (Ri)prendiamo fiducia in noi stessi. Il desiderio di conoscenza, soprattutto imparare a conoscere se stessi in relazione con gli altri, è un ottimo strumento. Donare il proprio tempo o donare se stessi è un altro modo per farsi del bene! 
Nessun fondamentalismo! Non cerchiamo coerenza a tutti i costi... La coerenza di una vita è diversa da quella della logica classica. Di tanto in tanto, una grande festa, un eccesso, una boccata d’aria fresca o una sbandata controllata a seguito dei nostri desideri fanno ugualmente parte della "cura di sé". 

D : il tema dell’alimentazione è sempre attuale; qual è il suo punto di vista riguardo l’alimentazione nella cultura occidentale? In particolare per quanto riguarda la tradizione italiana e francese? 

R : un’alimentazione equilibrata non significa necessariamente mettersi a dieta. Non si resiste tanto! I regimi vegetariani o vegani sono difficili da seguire tutti i giorni. Mangiamo ragionevolmente di tutto, limitiamo solo i piatti già pronti. Sono troppo ricchi di grassi, sale e zuccheri nascosti. Le diete di Nizza, liguri, fiorentine o sarde sono tutte buone come quelle Cretesi. Abbondano in frutta e verdura. Comprendono pesce preparato con aglio, cipolla, spezie ed erbe aromatiche. L'olio d'oliva è usato come corpo grasso a freddo. Si tratta di un consumo quotidiano di legumi, noci, fibre, yogurt e formaggi. 
Allo stesso tempo, è uno stile di vita sano, lo stress diminuisce con un solo bicchiere di vino rosso a pasto e una grande convivialità. 


D : “L’Italie à Table” è una grande fiera che la Camera di Commercio Italiana organizza ogni anno a Nizza, in cui il piacere legato alla gastronomia è il punto centrale. Cosa vorrebbe dire ai molti partecipanti della nostra manifestazione? 

R : approfittate di questa magnifica fiera! Non importa se per un giorno non rispettate le pratiche della buona salute. Godetevi la ricchezza dei prodotti e dei piatti proposti. Riprenderete le buone abitudini alimentari il giorno successivo. L'unità italiana è molto recente, un secolo e mezzo circa. Ogni regione ha mantenuto la sua vecchia tradizione. Ogni città, ogni paese ha conservato un ricco patrimonio gastronomico da scoprire. 
La cucina italiana non si limita alla pizza, alla pasta, alla mozzarella e al prosecco... Inoltre, la pasta non esiste in questo paese, si parla di Campanelle, Cencioni, Conchiglioni, Farfalle, Fusilli, Gramigna, Rotelle, Calamaretti, Cannelloni, Maccheroni, Penne, Ziti, Spaghetti, Vermicelli, Capelli D'Angelo, Lasagne, Tagliolini, Agnolotti, Panzerotti, Tortellini, Ravioli, ecc... accompagnati da un’infinità di sughi deliziosi. 
Bisogna approfittare di "L’Italie à Table" per scoprire anche una ricchissima gamma di vini dal gusto inimitabile, dallo spumante Asti ai vini delle cantine di Roma, passando per il Barbera, il Bombino nero, il Brachetto, il Caricagiola, la Corvina Veronese, la Croatina, il Dolcetto o il Montepulciano d'Abruzzo, ecc... 

D : biologia, fisiologia, psicologia, educazione... Chi è André Giordan? 

R : ho una carriera insolita, dalla professione di insegnante alla ricerca di base in fisiologia degli ormoni per poi ritornare all'insegnamento, e in seguito alla ricerca sull'apprendimento, da cui la mia formazione complementare in psicologia, antropologia ed epistemologia. 
Questo mi ha portato a essere nominato professore presso l'Università di Ginevra e a fondare il Laboratorio di Didattica e Epistemologia delle Scienze, ormai noto a livello internazionale. I nostri principali contributi riguardano la conoscenza dei modi di pensare della gente (a scuola, al museo, tramiti mezzi di comunicazione...) e sui processi dell’apprendimento. Cio’ che porta le scuole o i musei a trasformarsi. Siamo stati anche promotori dell’educazione ambientale per l'UNESCO e contribuiamo in modo significativo all’evoluzione dell’educazione terapeutica. 

Ma curioso di natura e attaccato a Nizza, cerco di contribuire a far conoscere meglio la cultura e il patrimonio di Nizza. Questo vuol dire che stabilisco dei legami permanenti con l'Italia. Non dimentichiamo che la Contea di Nizza si è estesa per un certo periodo sulla parte orientale della Liguria e dipendeva amministrativamente da un regno con capitale Torino. Aggiungiamo che dal periodo gallo-romano fino al Rinascimento, i vari ingredienti che sono il segno distintivo della cucina locale di Nizza sono passati dallo "stivale italiano", soprattutto olive, insalata e pomodoro.

Sport e benessere



Letizia Camera
Qualche tempo fa ho intervistato Letizia Camera, (Intervista a Letizia Camera) giovane atleta di volley-ball che attualmente gioca nel Racing Club di Cannes nel ruolo di passeuse (palleggiatrice).
Mi è piaciuto molto intervistare una brava atleta italiana che contribuisce agli ottimi risultati della squadra, ed in questo post volevo porre attenzione all'importanza dello sport per una vita sana. Non mi riferisco solamente allo sport a livello agonistico, come per la nostra Letizia, ma allo sport amatoriale ed a quello per "mantenersi in forma".
Numerosi studi ci mostrano come l'intero organismo trae vantaggio da una attività fisica regolare e calibrata sulle possibilità della persona.
Non sto certo a ripetere nozioni che tutti conosciamo, l'attività sportiva mantiene più "elastici", tonici, anche il tono dell'umore cambia e migliora, la stanchezza fisica dello sport è sempre stanchezza sana, ben contrapposta allo stress, che non si elimina certo con una bella dormita....!
Vorrei ora porre attenzione ad un fenomeno che ho potuto osservare anche di recente in giovani, uomini e donne, che ho incontrato nel mio lavoro di psicoterapeuta: molti di loro al di fuori del lavoro svolgono attività sportiva di buon livello, come corsa, nuoto e palestra in senso generale.
Il confine tra una equilibrata attività fisica e l'utilizzo dello sport per coltivare miti di perfezione fisica, bellezza e performance è però talvolta difficile da valutare.
Mi riferisco al fatto che molti giovani esagerano con l'attività sportiva e quello che all'inizio era un piacere ed un modo per scaricare stanchezza e stress rischia di diventare una trappola che richiede loro sempre più impegno e determinazione.
Ad un certo punto l'attività sportiva diviene così impegnativa e totalizzante, quasi una dipendenza che, ovviamente, richiede sempre di più in termini di tempo e fatica per cui sveglia all'alba, tante ore di palestra anche nel fine-settimana, controllo del cibo, perdita del piacere e dell'aspetto ludico dello sport.
Qui deve suonare un campanello di allarme, la perfezione fisica e la performance a tutti i costi non è inscritta nel registro del piacere ma nel registro dell'ideale irraggiungibile dell'Io, sia esso fisico (vedi anoressia), che di "potenza" virile o di altro genere.
Per cui, giovani donne e uomini, ben venga lo sport anche seriamente praticato, ma se alla fine del vostro allenamento anziché sorridere ed essere contenti di voi siete morti di stanchezza o serrate i pugni perché avreste voluto fare di più... 


Giurato per il concorso di pasticceria per amatori al salone Pain, Amour e Chocolat di Antibes


Le sette torte del concorso

Anche questa esperienza mi mancava….Nella splendida cornice dell'esplanade du Pré des Pecheurs al porto di Antibes, in occasione del Salone Pain, Amour et Chocolat, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana di Nizza, sono stato invitato a fare parte della giuria per il concorso di pasticceria per non professionisti.
Domenica 14 febbraio (S. Valentino), si è svolto il concorso che vedeva la sfida tra le torte realizzate da amatori, e presentate al Salone.
Dato che mi sono sempre occupato di temi legati all'alimentazione, dal mio vertice di psicologo, mi è sembrato davvero curioso e intrigante sperimentare questo non facile compito, oltretutto di fronte ad un nutrito pubblico interessato e partecipe alla sfida.
Composizione della giuria: alla mia destra avevo Roxane, simpatica e solare signora ben conosciuta in Francia per la partecipazione sul canale televisivo M6 al concorso "migliore pasticcera".
Poi il notissimo Chef Christian Morisset, spesso presente a queste manifestazioni per l'elevata professionalità e Patrice Colomb in rappresentanza del Municipio di Antibes.
Ed io come rappresentante della Chambre de Commerce Italienne, goloso ed amante di quasi tutti i tipi di dolci...



La giuria: Morisset, Colomb, Roxane ed io

Le torte in gara erano sette, da giudicare in base a tre parametri: presentazione visiva, gusto (sapore) e tema della torta, nella classica valutazione da 1 a 10.
Compito non semplice, soprattutto per un non addetto ai lavori come me, anche se mi sono ben concentrato sul compito affidato, riempiendo un foglio fitto di appunti per dare valutazioni "oggettive", come richiesto dal concorso.
Dopo le sette degustazioni e vari giri di commenti e valutazioni per gli assaggi, controllo degli appunti e trasformazione delle note in cifre, per il voto finale.
La giuria ha espresso unanime voto, devo dire che anche io mi sono ritrovato concorde con le dotte osservazioni degli altri giurati. A quel punto indicazione delle tre torte vincenti, con mio piacere una era di una signora italiana, felice e sorpresa di tale risultato, per me meritatissimo…!
Avreste dovuto vedere quanta partecipazione di pubblico al concorso, quanta felicità di grandi e piccoli per potere seguire la sfida e poi assaggiare le torte, tra sorrisi e complimenti alle partecipanti.
Magia del cibo, dolcezza, serenità, gioia, allegria e condivisione…. Tanto le diete iniziano di lunedì, domenica si da spazio al piacere.

Giurati, vincitrici e Direttore della Camera di Commercio Italiana di Nizza





Il tradimento nella coppia






Negli ultimi anni sono rimasto colpito perché diverse persone che avevo seguito in psicoterapia anni addietro mi hanno contattato per parlare ancora con me.
Direte voi, niente di strano, se il rapporto è stato positivo, piuttosto che rivolgersi ad uno psicologo sconosciuto, si telefona al "vecchio psi”.
Ma ciò che mi ha colpito di più è il motivo di queste consultazioni dopo anni, ovvero crisi di coppia che avevano a che fare con un tradimento di lui o di lei.
Si sente spesso dire o si legge che, di questi tempi, le separazioni dovute a tradimenti sono tantissime, quasi un’epidemia…
Ho sempre pensato che quando si scopre un tradimento, si può reagire allo choc in due modi diversi: rivolgersi all'avvocato o allo psicologo. Per quanto attiene l'avvocato, credo che affidarsi ad un bravo professionista è davvero importante per gestire la crisi profonda, soprattutto se ci sono figli, magari anche piccoli.
Se ci si rivolge allo psicologo la partita si gioca in modo diverso, in cuor mio penso sempre che probabilmente qualcosa si può tentare, in riferimento alla coppia, senza per questo sperare che lo psicologo possa fare da "salvatore" della coppia.
La persona "tradita" inizia una serie di colloqui, dolorosi e penosi per se e, credetemi, anche per lo psicologo, dato che alcune storie sono davvero brutte.
Appena ritengo possibile, e con l'assenso del-della paziente, chiedo che possa partecipare agli incontri anche il partner.
Non è facile gestire questo "passaggio" da due a tre, che ritengo essenziale per un lavoro terapeutico sulla coppia, con l'assunto, ben inteso, che lo psicologo ha da essere equidistante dai due.
L'esperienza mi ha insegnato che per diversi mesi la barca della coppia (con annesso psicologo) è nel bel mezzo del mare in tempesta con lampi, tuoni e onde alte tre metri.
Se non si affonda subito (ed è possibile) anche con l'aiuto del migliore psicologo del mondo, allora comincia ad emergere un pezzo di storia antecedente il fattaccio che riguarda davvero l'equilibrio di quella coppia prima dei drammatici eventi del tradimento.
Quando il mare si è un pò calmato, domando sempre alla coppia quand'é che si sono perduti, cos'è successo perché diventassero soci al 50% della coppia e non marito e moglie...
Non è facile digerire queste domande, soprattutto da parte della persona tradita, ma rivedere la storia della coppia, sin dal fidanzamento e poi dal matrimonio o convivenza che sia, ritengo sia essenziale per inserire l'evento traumatico del tradimento in una narrazione di due persone che tempo prima si sono scelte e hanno deciso di vivere assieme, spesso con un progetto di figlio.
Questa parte del lavoro occupa del tempo che serve alla coppia per non gettare via quanto di buono c'è stato e può esserci ancora tra loro due, pur coperto dalla rabbia, dal dolore e dalla sfiducia.
Parte del lavoro è poi cercare di identificare quali sono i valori, le aspettative, i desideri di ciascuno, e qual'è lo spazio comune, quel noi che faticosamente ogni coppia costruisce e deve rinnovare in continuazione per stare bene.
Quando la persona che ha tradito inizia a fare i conti con il senso di colpa per quello che ha fatto ed ha anche paura di perdere il partner, penso che possa essere una piccola ma significativa svolta nel lavoro di terapia dato che se il mare è più calmo è possibile navigare con maggiore fiducia verso una comune meta.