La nostalgia di casa di Michele

Foto di Justus da Pixabay

Michele lavora come cameriere in un paesino della Sardegna e se la stagione estiva è soddisfacente in inverno troppo spesso è disoccupato. Il fratello Matteo lo convince a raggiungerlo vicino Milano per lavorare in un noto ristorante aperto tutto l'anno e, pur a malincuore, Michele lascia la Sardegna per andare in "continente". Inizialmente alloggia presso il fratello e la sua ragazza, poi si vedrà. Non è facile per Michele condividere il piccolo spazio con la coppia, sovente è in imbarazzo e dopo nemmeno un anno preferisce lasciare i due per cercare "fortuna" altrove.
Un cliente del ristorante aveva parlato a Michele della Costa Azzurra: mare, natura, bei posti e tanto lavoro per uno come lui, serio e preciso. Dato che Michele è riuscito a mettere da parte un po' di soldini decide di lanciarsi, si trasferisce a Cannes, dapprima trova alloggio in una stanza in condivisione e si da da fare per trovare lavoro. Dopo pochi giorni comincia presso un piccolo ristorante italiano e Michele lavora tantissimo perchè vuole mostrare agli altri (e soprattutto a sé) che vale ed è una brava persona.
Gli piace molto la Costa Azzurra ed il mare che gli ricorda un po' la sua Sardegna. Si compera un motorino ed approfitta appena ha tempo per fare dei giretti nei paesi vicini e lungo la costa.
E’ da sempre un solitario, non ha molti interessi a parte il lavoro. Frequenta giusto un corso per migliorare il suo francese ma rifugge dalle occasioni di incontro con gli altri allievi.
Il suo pensiero principale è tornare in Sardegna a casa dalla mamma, rimasta vedova anni prima. Si rende conto che talvolta è un’ossessione, controlla in continuazione i siti per i voli a basso prezzo e cerca di “mettere assieme dei giorni” per tornare a casa.
Un po’ alla volta si accorge che ha difficoltà a dormire, tira molto tardi la sera e si sveglia anche alle quattro o alle cinque senza riuscire a riprendere sonno.
Va dal medico che gli prescrive un sonnifero e da solo si autoprescrive la melatonina ed il sonno va decisamente meglio.
Dopo circa sei mesi i problemi di insonnia si ripresentano, aumenta la dose di sonnifero ma l’effetto è paradossale, dorme ancora meno ed è sempre irrequieto. Ovviamente gli effetti si vedono anche sul lavoro, a volte arriva tardi ed è distratto. Il suo capo, pur affettuosamente lo riprende, ed è sinceramente dispiaciuto per lui.
Prova l’agopuntura per il sonno, fa alcune sedute da un bravo medico che gli fa capire che qualcosa di più profondo “lo tiene sveglio”. Michele non crede nella “psicologia”, se uno sta male deve fare degli esami, poi ha una diagnosi e prenderà la medicina giusta! Semplice e lineare…
Il medico agopuntore capisce bene come “funziona” il suo paziente, Michele non vuole porsi delle domande scomode per capire come uscire dal suo malessere.
Terminato il ciclo di sedute di agopuntura Michele è “quasi costretto” dal medico a consultare uno psicologo. E’ già difficile incontrarsi una prima volta, poi una seconda e così via. Ci salva il parlare in italiano, giammai sarebbe andato da uno psicologo francese. Devo dire che un po’ alla volta si è creata una reciproca simpatia, mi ha fatto morire dal ridere quando mi raccontava la dettagliata preparazione del “porceddu”, piatto tradizionale sardo abbinato (ovviamente) al vino Cannonau.
Proprio il racconto delle forti tradizioni alimentari sarde ha fatto nascere in me il convincimento che il profondo malessere di Michele avesse a che fare con la nostalgia della sua terra. Nostalgia per lui così grande da divenire una sofferenza ingestibile. 

Intendiamoci, credo che tutti noi italiani abbiamo nostalgia della nostra terra, paese o città che sia. La maggior parte di noi torna "a casa" con piacere per le vacanze o per stare in famiglia. La nostalgia però non diviene mai così eccessiva da trasformarsi in un "sintomo psicologico". All'inizio Michele rifiuta la mia spiegazione, mi dice che è contento di vivere in Costa Azzurra... La seduta successiva mi racconta un sogno: "Ero all'aeroporto di Nizza ma il mio volo per la Sardegna era stato cancellato. Ho atteso il volo successivo, anche lui cancellato. A questo punto ho pensato a come fare per tornare a casa, facile: basta andare a nuoto in Sardegna! Mentre sto nuotando sono affaticato, ho paura di non farcela e il mare si ingrossa. Insisto, vedo quasi la terra e... mi sveglio di soprassalto bagnato di sudore gridando: mamma!" 

Michele non riesce a finire il racconto del sogno che piange calde lacrime, anche liberatorie. Michele ora deve assolutamente fare i conti con la sua struggente nostalgia di casa-mamma, deve ricredersi e fare i conti con questo sentimento così potente che lo "incatena" alla sua terra-madre.

Lavoriamo per alcuni mesi su questo tema e devo dire che Michele racconta molti sogni che un po' alla volta da incubi si trasformano in ricordi teneri della sua infanzia e adolescenza in Sardegna.

Vorrete sapere com'e andata: Michele ha convinto il fratello, la sua ragazza e la mamma a rilevare un piccolo punto ristoro a Stintino, aperto tutto l'anno. Lavorano assieme, è una piccola impresa familiare ma da da vivere a tutti loro. La mamma poi si è fatta conoscere per le sue "seadas" da urlo...

 


P.S. Lo scritto è redatto nel rispetto del Codice della Privacy, GPDP -  Regolamento UE 2016/679.





 

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