Crediti immagine: ©Rapahel Perez
Utilizzo volutamente un'immagine del pittore naif Raphael Perez in occasione della ricorrenza dell'attentato di Nizza del 14 luglio 2016.
Si è scritto molto, polemizzato, analizzato il fenomeno a livello nazionale ed europeo, si è parlato di guerra di religione (come se non fossero bastate le varie Crociate) per cercare di comprendere il fenomeno terroristico. Vorrei porre attenzione alle coordinate emotive che tali eventi scatenano in tutti noi, pur con reazioni comportamentali diverse tra loro. Alcune persone volevano a tutti i costi vedere i luoghi dell'attentato, fotografare, mentre altre nemmeno potevano pensare di passare ove si era consumata una tale strage.
Tali eventi sono definiti dalla psicologia traumatici. Una definizione appropriata recita:

"Possiamo definire traumatico un evento che una persona ha vissuto, cui ha assistito o si è confrontata e che ha implicato morte, rischio di morte, gravi lesioni o una minaccia all’integrità fisica propria o altrui. Non solo, la reazione della persona a tale evento ha comportato grande paura, orrore ed un sentimento di impotenza."

La definizione coniuga due aspetti del fenomeno, l'evento terribile in sé e la reazione soggettiva della persona a tale evento. Tutto ciò peraltro accade in un tempo breve ed è come se non fossimo in grado di mentalizzare e "digerire" ciò che si produce. La realtà è traumatica, violenta e ci sentiamo impotenti e soverchiati da quanto accade, con terrore di essere feriti o di potere morire.
E' innegabile che l'attentato di Nizza, come molti altri prima e, purtroppo successivi, è stato un evento traumatico collettivo. Nizza è sempre stata percepita come città prevalentemente votata al turismo, al divertimento "invasa" da tantissimi italiani residenti tra pensionati e giovani laureati impiegati nelle aziende locali.
Nemmeno lontanamente potevamo avere la percezione del pericolo di un attentato qui a Nizza, anche se la Francia era già stata duramente colpita da simili tragici eventi. Nizza aveva "la guardia abbassata" le persone pensavano solo a divertirsi, cercare uno spazio per vedere i fuochi alla sera, bere, cantare e divertirsi.
A posteriori tutto questo mette il brivido alla schiena, io stesso temevo per i festeggiamenti a Parigi, di certo obiettivo percepito più "sensibile".
Il resto è purtroppo triste cronaca, un uomo solo, psicologicamente instabile, con figli (!) ha programmato e realizzato tale attentato artigianale, con un camion vuoto (niente esplosivi) e con armi finte che gli avevano venduto degli albanesi...
Ha scorrazzato per oltre un chilometro e mezzo a zig-zag tra la folla sulla Promenade des Anglais e investito quante più persone poteva.
Il sentimento prevalente era infatti di sgomento, per tale azione, totalmente inaspettata e drammaticamente efficace.
Per settimane l'aspetto choccante era proprio lo sgomento, poi il lutto ha soverchiato tutte le altre emozioni. Lutto che si materializzava in fiori, candele, bigliettini, manifestazioni spontanee di persone per commemorare e pregare. 
Sappiamo che gli attentatori oltre al danno umano (morti e feriti) contano sulla paura come effetto moltiplicatore di tali eventi. E la paura ancora adesso aleggia per Nizza, martedi scorso in Cours Saleya, affollata di persone per una partita di calcio dei mondiali in corso, a seguito di un forte ed inaspettato rumore la folla ha iniziato a scappare ed ha travolto tavoli e sedie: risultato 30 feriti.
La paura è ancora riscontrabile nei discorsi di molte persone, timorose di andare in luoghi aperti come al chiuso, inquiete e reattive appena sentono una sirena o rumori forti di qualsiasi genere.
Non è mai scomparso anche un altro sentimento: la rabbia, rivolta soprattutto alla moltitudine di "arabi" francesi, che peraltro hanno pagato un triste tributo di morti proprio per mano del loro "connazionale".
Ad oggi però dobbiamo dire sinceramente che la città globalmente ha reagito, anche alla paura, certo il tempo attenua ogni dramma e l'elaborazione del lutto passa proprio per una presa di distanza dalle emozioni violente iniziali. 
Mi piace concludere con la citazione freudiana che l'Eros vuole a tutti i costi prevalere sulla paura e la morte, Thanatos

Attentato di Nizza : 86 morti, di cui 6 italiani e 200 feriti di cui 50 gravi 


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