Educare i bambini alla meraviglia ai tempi del COVID

 

 

 

© APSI

 

 

Riporto l'interessante scritto della collega Sara Sesia dell'APSI sul tema: Dentro e fuori il Covid

Pensando a questo incontro mi è subito venuta alla mente la parola “meraviglia”. Essendo un sentimento positivamente connotato, potrebbe apparire un ossimoro associarlo alla sofferente esperienza del Covid-19. Ho ripensato alle parole di Aristotele (“Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia”), a quelle dello psicologo Donald Winnicott quando spiega come “La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività”; per finire poi con la suggestiva frase di un più recente scrittore quando afferma che “Gli scienziati dicono che siamo fatti di atomi, ma un albero mi ha sussurrato che siamo fatti di sogni, un’onda mi ha detto che siamo fatti di viaggi, un bambino che gioca con le fate mi ha raccontato che siamo fatti di meraviglia.” E proprio ai bambini infatti associamo il più frequentemente questa parola; è facile per ognuno di noi immaginare con tenerezza lo sguardo stupito di un bimbo di fronte ad un aquilone che vola. La meraviglia, lo stupore (che è una emozione primaria, innata e comune a tutte le culture del mondo) diviene anche presupposto di ragionamento e capacità creativa (pensiamo al bambino che chiede: come fa a volare?), indicandoci come emozione e cognizione siano strettamente legate. Ed ecco, forse, qui il legame tra lo stupore (e la sua assenza in realtà) e i mesi della pandemia, in cui la costrizione della sottrazione di liberà ha tolto momenti e occasioni di stupore, gettando i nostri bimbi, e noi stessi, in una routine monotona, a tratti anche depressiva e angosciante. Già a tre settimane i bambini reagiscono alle novità: uno studio ha dimostrato che, se li si abitua a vedere una serie di figure geometriche e poi se ne inserisce una nuova, il loro cuore batte più velocemente. Quindi come sopperire a questa importante perdita di occasione di stupore durante il covid che si è configurato anche come “Situazione che ha impedito di attingere a delle risorse note per fronteggiare i consueti problemi?” (COVID-19 International Behavioral Science Working Group dell’Università di Harvard - task force di esperti del mondo delle scienze comportamentali sotto l’egida del Prof. Gary King.

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