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Freud e l'omosessualità

  

Sigmund Freud

 

Sul tema dell'omosessualità si è sempre dibattuto, spesso pacatamente ma troppo spesso con vere e proprie guerre di "religione". Desidero proporre una lettera che Freud scrisse in risposta ad una madre preoccupata dell'omosessualità del figlio. Con la consueta semplicità di scrittura ed umanità Freud le risponde e mette a fuoco i vari aspetti che girano attorno al tema dell'omosessualità. E lo scritto è del 1935...

Vienna 9 Bergasse – aprile 1935

Cara signora, 
deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L’omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c’è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c’erano grandi uomini. (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc). 

È una grande ingiustizia perseguitare l’omosessualità come un crimine – e anche una crudeltà. Se non mi crede, legga i libri di Havelock Ellis. Mi chiede se posso aiutarla, intendendo dire, suppongo, se posso sopprimere l’omosessualità e fare in modo che al suo posto subentri l’eterosessualità. La risposta è, in linea generale, che non posso promettere che questo accada. 

In un certo numero di casi riusciamo a sviluppare i semi degradati delle tendenze eterosessuali, che sono presenti in ogni omosessuale, ma nella maggior parte dei casi non è più possibile. Dipende dal tipo e dall’età dell’individuo. Il risultato del trattamento non può essere previsto. Quello che l’analisi può fare per suo figlio è un’altra cosa. Se lui è infelice, nevrotico, lacerato da conflitti, inibito nella sua vita sociale, l’analisi può portargli armonia, pace della mente, piena efficienza, sia che rimanga un omosessuale, sia che diventi eterosessuale. Se si decide, può fare l’analisi con me – non mi aspetto che lo farete – lui deve venire a Vienna. Non ho alcuna intenzione di spostarmi da qui. Tuttavia, non trascurate di darmi una risposta.

Cordiali saluti con i migliori auguri,

Freud

Emergenza sanitaria: una lettura critica

Photo : ©Enaip Srl

Un gruppo di medici (dott. prof. Pasquale Mario Bacco, dott.ssa Antonietta Gatti, dott. Mariano Amici, prof.ssa Carmela Rescigno, dott. Fabio Milani, dott.ssa Maria Grazia Dondini) ha inviato oggi una istanza in autotutela al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e, in conoscenza, ai Governatori delle Regioni. In questa lettera sono evidenziati aspetti problematici nella gestione dell’emergenza Covid-19, in particolare sotto il profilo medico-scientifico ed epidemiologico. Le fonti indicate nella lettera riportano evidenze tratte da documenti ufficiali, da studi specialistici e da notizie diffuse dalla stampa. Si tiene a precisare che l’istanza intende limitarsi a sollevare questioni di merito, lasciando agli esperti di diritto, ai magistrati e agli avvocati le valutazioni di loro pertinenza. Questa iniziativa, che non vede coinvolta alcuna organizzazione né associazione, impone alle Istituzioni interpellate di dare risposta ufficiale ai firmatari entro precisi termini di legge, e consente - si auspica - di chiarire molti punti controversi.

COMUNICATO STAMPA - 28 Maggio 2020

* Presidenza del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi Piazza Colonna 370 00187 Roma RM
Via PEC a presidente@pec.governo.it
* Ministero della Salute in persona del Ministro p.t. Viale Giorgio Ribotta 5 00144 Roma RM
Via PEC a gab@postacert.sanita.it
* Ministero della Salute Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria in persona del Direttore Generale p.t. Viale Giorgio Ribotta 5 00144 Roma RM
Via PEC dgprev@postacert.sanita.it
* Al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Prof. Silvio Brusaferro Viale Regina Elena, 299 00161 Roma RM
Via PEC a protocollo.centrale@pec.iss.it
* Ai Governatori delle Regioni LL. SS.

OGGETTO: EMERGENZA SANITARIA COVID-19 – ISTANZA IN AUTOTUTELA.
Noi sottoscritti
dott. prof. Pasquale Mario Bacco, [omissis]; dott.ssa Antonietta Gatti, [omissis]; dott. Mariano Amici, [omissis]; prof.ssa Carmela Rescigno, [omissis]; dott. Fabio Milani, [omissis]; dott.ssa Maria Grazia Dondini, [omissis],
*****
come professionisti che operano quotidianamente a contatto con la realtà sanitaria e che hanno quindi conoscenza diretta dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, riteniamo doveroso sottoporre alla Sua attenzione alcune riflessioni e domande circa le misure adottate dagli Enti istituzionali a contenimento del contagio, quale nostro contributo. Crediamo in primo luogo che sia necessario chiarire in modo univoco, chiaro e scientificamente credibile che il Covid-19 ha dimostrato di essere una forma influenzale non più grave degli altri Coronavirus stagionali: nonostante l’OMS abbia dichiarato l’emergenza pandemica l’11 Marzo , le cifre ufficiali dei 1 deceduti, dei contagiati e dei guariti contraddicono la definizione stessa di “pandemia” .

Occorre dare informazioni corrette e fornire criteri di comprensione dei dati reali, evitando che i media diffondano notizie allarmanti, a nostro parere assolutamente ingiustificate. La banalizzazione statistica dei decessi è la sintesi di una comunicazione istituzionale che ha impedito, per tutta l’emergenza ed ancora oggi, di avere una chiara sintesi della situazione, portando ad un circolo vizioso in termini di provvedimenti sanitari e di impatto sociale
In particolare è indispensabile precisare:
• che il totale dei deceduti per qualsiasi patologia o per morte naturale, quotidianamente annunciato nei “bollettini di guerra” diffusi dai media, non deve essere inteso come unicamente riferito al Covid-19 o a patologie concomitanti;
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/1dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp? lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4209 Poiché essa presuppone la mancanza di immunizzazione dell’uomo verso un patogeno 2 altamente virulento. Si veda comunque la documentazione dell’ISTAT: ttps://www.istat.it/it/Jiles//2020/03/ Nota_Tavole_Regionali_cause_morte_1marzo_30Aprile-_2017_e_2020.pdf e https:// www.istat.it/it/archivio/241428
• quale percentuale della mortalità sia determinata dai deceduti per Covid-19 (solo per Covid-19) e quanto essa si discosti dalle medie ufficiali degli anni precedenti per patologie analoghe ; • quali siano i reali motivi per cui in alcune zone del Nord Italia si è registrata una diffusione tanto abnorme ed una letalità tanto più alta rispetto ad altre zone del paese, persino limitrofe;
• che i tamponi effettuati per rilevare la positività al virus danno una percentuale di “falsi positivi” e “falsi negativi” , per cui possono risultare 4 “contagiati” soggetti che non lo sono; di conseguenza, le percentuali ricavate dal numero dei tamponi vanno interpretate e spiegate tanto agli operatori sanitari quanto ai media e alla popolazione, evitando inutili allarmismi; Cfr. https://repo.epiprev.it/index.php/2020/05/12/andamento-della-mortalita-3 giornaliera-sismg-nelle-citta-italiane-in-relazione-allepidemia-di-covid-19-report-1febbraio-2-maggio-2020-settimo-rapporto/ – Cfr. il sito ufJiciale ISTAT: «Per la produzione del dato statistico, l’Istat effettua la codifica delle patologie e individua la “causa iniziale di morte”, ovvero quella direttamente responsabile del decesso. A tal fine, l’Istat si avvale delle regole dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; la causa iniziale di morte viene poi utilizzata per le statistiche ufficiali a livello nazionale e internazionale. Ad esempio, nel caso dell’Influenza, essa risulta conteggiata in queste statistiche se e solo se è stata certificata dal medico e se risulta essere la “causa iniziale di morte” in base alle regole internazionali di codifica. Se l’Influenza è presente sul certificato ma non è selezionata come causa iniziale di morte, viene codificata come “causa multipla” ovvero tra le cause che hanno contributo al decesso», https://www.istat.it/it/archivio/ 240401#Rilevazioniindettaglio-2 Si vedano le dichiarazioni del prof. Ricciardi: «Oggi in tutto il mondo abbiamo test non 4 perfetti dal punto di vista della sensibilità perché messi a punto in poco tempo e devono essere perfezionati. Quindi c’è un’ampia possibilità di sovrastimare le positività», https:// www.corriere.it/cronache/20_febbraio_27/coronavirus-ricciardi-la-prossima-settimanacapiremo-se-italia-l-emergenza-comincia-rientrare-43c9a4fa-58cd-11ea-8e3aa0c8564bd6c7.shtml – Cfr. anche https://archive.st/archive/2020/3/www.ncbi.nlm.nih.gov/i8vf/www.ncbi.nlm.nih.gov/ pubmed/32133832.html – Ha suscitato un certo scalpore anche la notizia recente della Nuova Sardegna sui 17 sanitari risultati falsi positivi al Covid: https:// www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2020/05/21/news/nuoro-falsi-positivi-alcovid-i-17-sanitari-presunti-contagiati-a-marzo-1.38872367 – https:// www.ilgiornale.it/news/cronache/30-dei-tamponi-mente-ecco-tutti-ilimiti-1861344.html – https://www.recnews.it/2020/03/11/tra-i-contagiati-dacovid-19-ci-sono-circa-la-meta-di-falsi-positivi/ – http://www.agrigentonotizie.it/ cronaca/agrigento-asp-tamponi-falsi-positivi-calano-contagi-bollettino.html – https:// www.dire.it/19-05-2020/462162-coronavirus-lesperto-test-sierologico-non-infallibilerischio-falsi-negativi/
• che gli esami sierologici effettuati devono essere parimenti interpretati, chiarendo che quanti risultano positivi all’IGG non costituiscono un pericolo per la popolazione, ma anzi un elemento che conferma che la diffusione del Covid-19 sta esaurendosi, come normalmente accade per patologie simili.
È inoltre necessario chiarire:
• quali siano i criteri adottati per la creazione delle proiezioni elaborate dagli esperti e quale conferma nei dati reali oggi disponibili abbiano sinora avuto queste proiezioni;
• quali siano i titoli e quale sia l’autorevolezza e l’esperienza dei membri della Commissione incaricata di proporre misure di contenimento dell’epidemia; quali i criteri di selezione adottati per formare la Commissione e se sussistano dei conflitti di interesse che possano in qualche maniera orientarne le scelte e le decisioni;
• quale sia il motivo per cui si è deciso di non tenere in considerazione gli studi e i rilievi di medici e specialisti impegnati sul campo, privilegiando l’impostazione opinabile degli “esperti” anche laddove contraddetta da casi documentati ; anche il ricorso all’uso dei ventilatori polmonari pare quantomeno controverso;
• per quale motivo si siano sottovalutati o ritardati i ruoli di profilassi e terapia di farmaci e metodiche anche ben conosciute e rivelatesi efficaci in molteplici occasioni ; questa scelta ha determinato evitabili esiti infausti e lunghe ospedalizzazioni, mentre i pazienti avrebbero potuto esser trattati con ricoveri a domicilio senza gravi complicazioni;
• per quale motivo si siano impediti gli esami autoptici, che si sono invece rivelati, quando effettuati, una fonte insostituibile di preziosissime Si veda anche il recente studio del prof. Didier Sornette, cfr. https://www.swissinfo.ch/5 ger/covid-19-pandemie_schweizer-wissenschaftler-streiten-ueber-nutzen-deslockdowns/45759526 Cfr. https://nypost.com/2020/04/06/nyc-doctor-says-coronavirus-ventilator-settings-6 are-too-high/ Cfr. https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/terapia-plasma-coronavirus-7 burioni-1.5139624 ed anche https://biomedicalcue.it/burioni-differenze-plasmaterapia-vaccino/19267/
informazioni e che hanno consentito di scoprire che la causa principale dei decessi non era la virulenza della patologia, ma una sua errata cura ;
• vogliamo inoltre evidenziare, in molti casi, il rallentamento delle diagnosi e delle procedure terapeutiche per patologie diverse e un dirottamento delle risorse verso una sola patologia. Emblema di questa situazione è la realizzazione di strutture ospedaliere riservate alla sola emergenza Sarscov2, presso le quali si sono ricoverati pochi pazienti e che ora sono in gran parte chiuse;
• per quale motivo si siano date disposizioni, su indicazione dell’OMS, di trasferire i pazienti anziani nelle RSA, con le conseguenze ben note;
• quante siano state le salme di persone dichiarate decedute per Covid-19 per le quali si è imposta la cremazione, e su quali basi scientifiche si sia deciso Cfr. https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/20_maggio_04/coronavirus-papa-8giovanni-autopsie-quasi-vietate-decisive-scoprire-rischio-trombosie656185a-8dd1-11ea-b08e-d2743999949b.shtml e https://www.corriere.it/cronache/ 20_maggio_23/coronavirus-gruppo-ribelle-medici-legali-fateci-fareautopsie-14d0f37e-9d10-11ea-a31e-977f755d9d62.shtml?cmpid=tbd_91305292Bp – https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/05/23/news/ coronavirus_catania_gli_scenziati_denunciano_errore_l_assenza_di_autopsie_per_morti_d _covid_-257456802/ – https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2020/05/22/covid-medicierrore-non-fare-autopsie_3fea6611-194d-4771-8a59-c3f42235be76.html – https:// www.ilriformista.it/divieto-di-autopsia-ai-morti-di-coronavirus-la-bufala-contro-ilgoverno-che-vuole-insabbiare-la-verita-96531/ – Si veda inJine l’opinione del prof. Klaus Puschel: «Autopsie di fatto “vietate” nel nostro Paese da una folle circolare che le ritiene superflue quando risultati verosimile – e solo verosimile – il motivo del Covid-19 come possibile causa del decesso. Il direttore dell’Istituto di Medicina Forense dell’Università di Amburgo, Klaus Puschel, ha infatti appena pubblicato un dettagliato studio che fa luce su molte cose. Nello studio sono riportate le conclusioni degli esami autoptici svolti dalla sua equipe. Da esse si evince con estrema chiarezza che “tutte le persone esaminate avevano altre gravissime patologie” e quindi non sarebbero morte di coronavirus. Il quadro clinico dei pazienti si presentava “gravemente compromesso” e le condizioni di salute erano estremamente precarie. Puschel arriva al punto sostenere di non aver alcun dubbio nel confermare che ad Amburgo non è morta una sola persona senza precedenti, gravi patologie. Ecco le sue precise parole: “Tutti quelli che abbiamo esaminato finora avevano il cancro, o una malattia polmonare cronica, erano forti fumatori o fortemente obesi, soffrivano di diabete o avevano malattie cardiovascolari”. […] E poi: “Sono convinto che la mortalità Corona non si farà nemmeno sentire come un picco nella mortalità annuale”. Parole che pesano come macigni per valutare, in tutta la sua reale portata, la pandemia. Sottolinea il medico legale tedesco. “Il Covid-19 è una malattia mortale solo in casi eccezionali, ma nella maggior parte dei casi è un’infezione da virus per lo più innocua”», http://www.lavocedellevoci.it/2020/05/15/covid-19-dalla-germania-i-risultati-chocdelle-autopsie/ – E ancora:https://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirusautopsie-dei-medici-trombosi-causa principale-1861127.html – https:// www.secoloditalia.it/2020/05/sui-morti-di-covid-nessuna-autopsia-la-circolare-del ministro ci ha fatto perdere tempo prezioso di ricorrere a questo provvedimento (con le sue molteplici implicazioni) che è previsto per i casi di eziologia batterica;

• per quale motivo si continui ostinatamente a “minacciare” futuri, possibili scenari di inasprimento delle misure di contenimento, come se l’epidemiologia dipendesse solo dalla mancata ottemperanza di disposizioni sanitarie la cui efficacia è quantomeno dubbia: nessuna evidenza scientifica permette di affermare che in questo stadio dell’epidemia sia ancora necessario mantenere le distanze di sicurezza, usare mascherine, indossare guanti oltre a curare l’igiene delle mani ;
• chi siano i cosiddetti esperti che hanno suggerito al Ministero di imporre l’uso delle mascherine e del distanziamento sociale anche agli alunni delle scuole, alla riapertura di settembre: queste scelte devono essere giustificate ed eventualmente – in presenza di elementi che ve ne sconsiglino il ricorso – immediatamente revocate.
Inoltre, chiediamo per quale motivo si sia attuata una politica del terrore ed una grave mistificazione della realtà, descrivendo il Covid come un mostro anziché una seria epidemia da affrontare con i mezzi normali della medicina e che a maggior ragione non rappresenta un pericolo nella cosiddetta “fase 2”. Facciamo presente che questa strategia, secondo studi recenti, può aver comportato un aumento del numero dei suicidi
Cfr. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32405162/?9 Jbclid=IwAR0ZoTcLVYbIM_m2Rw8k-jnptW1-YR5mymAos8fZZAnGN2KlUi4o4b0BVaY «Quest’anno l’Osservatorio suicidi per motivazioni economiche della Link Campus riporta 42 10 decessi, di cui 25 nelle settimane del lockdown forzato e 16 nel solo mese di aprile, ai quali si aggiungono 36 tentati suicidi, 21 dei quali nelle settimane di isolamento forzato. Più della metà delle vittime è costituita da imprenditori. «Questa impennata risulta ancora più preoccupante se confrontiamo il dato 2020 con quello rilevato appena un anno fa – sottolinea Nicola Ferrigno, direttore dell’Osservatorio – : nei mesi di marzo-aprile 2019 il numero delle vittime si assestava a 14, e il fenomeno dei suicidi registrava la prima battuta d’arresto dopo anni di costante crescita». Oggi gli imprenditori e i lavoratori sono di nuovo tornati all’anno zero». Cfr. https:// www.ilsole24ore.com/art/isolamento-e-crisi-economica-ondata-mondiale-suicidicoronavirus-ADPf7lP
di psicopatologie. Di questi effetti collaterali dovrà rispondere chi, immotivatamente, ha creato un allarme infondato sotto il profilo clinico ed epidemiologico.
Chiediamo di rendere conto ai cittadini – con argomentazioni scientifiche credibili – delle ragioni che hanno condotto all’imposizione di distanziamenti sociali e forme di isolamento in quarantena per soggetti positivi ancorché non malati .
Chiediamo parimenti il motivo per cui alla popolazione non siano state date tempestive, adeguate e complete informazioni sul valore preventivo delle misure di igiene e profilassi all’interno delle abitazioni e RSA, dell’igiene orale ivi compresi i risciacqui con liquidi ad azione antivirale, delle diete più indicate per la prevenzione delle malattie infettive e loro complicazioni, delle attività di esercizio fisico più salutari, dei pericoli del fumo e dell’inquinamento nel determinare la gravità della malattia.
Vogliamo inoltre conoscere quale sia la base scientifica che ha condotto a decidere di imporre l’uso di mascherine che – se fossero realmente efficaci – non avrebbero comunque un’utilità pratica e richiederebbero comunque di esser sostituite frequentemente; e che – laddove non efficaci, come nel caso dei più comuni modelli distribuiti o addirittura delle mascherine fai-da-te – sembrano costituire più che altro una “drammatizzazione” del clima di terrore deliberatamente imposto, senza alcuna motivazione reale.
Facciamo presenti le implicazioni sulla salute dei cittadini, costretti ad indossare per ore la mascherina, con i rischi ben noti che questo comporta:, Cfr. in primo luogo lo studio Affrontare la salute mentale e gli aspetti psicosociali dell’epidemia di COVID-19 pubblicato da codesto Ministero lo scorso Febbraio, http:// www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5373_10_Jile.pdf – Si veda inoltre: http:// www.reportdifesa.it/covid-19-conseguenze-psicologiche-a-breve-e-lungo-termine/ – https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4299-covid-19-conseguenze-benesserepsicoJisico-operatore-sanitario-medico-infermiere-oss-salute-mentale-coronavirusdistress-psicologico.html – https://www.focus.it/comportamento/psicologia/dopo-lacovid-19-un-epidemia-di-ricadute-psicologiche – https://www.lastampa.it/topnews/ primo-piano/2020/04/18/news/urgono-studi-speciJici-sul-covid-e-gli-effetti-sullasalute-mentale-1.38733054 – Sull’impatto psicologico del Covid: https:// www.repubblica.it/cronaca/2020/05/09/news/ coronavirus_effetto_lockdown_ansia_e_depressione_per_l_85_dei_giovani-256134039/
tra cui ipercapnia e sovrainfezioni da microrganismi . Segnaliamo altresì che 13 in questi giorni vanno aumentando i casi di ricovero di soggetti debilitati dall’uso prolungato delle mascherine , anche in concomitanza con le temperature esterne. La stampa ha riportato anche casi di morti che potrebbero essere legate all’uso della mascherina durante attività lavorative, motorie o sportive .
Chiediamo il motivo per cui, sulla base di decisioni assunte da “esperti”, si è deciso di blindare il Paese, generando una gravissima crisi sociale ed economica che molto probabilmente si sarebbe potuta evitare o quantomeno limitare. Anche la decisione di non differenziare le misure di contenimento su base geografico-epidemiologica non appare fondata su valide e condivisibili ragioni tecnico-scientifiche.
A tutt’oggi persistono, nonostante un quadro sanitario nettamente positivo, un numero impressionante di obblighi e divieti che non trovano alcuna legittimazione scientifica e tantomeno giuridica.
Persiste invece una regolamentazione confusa, contraddittoria e priva di giustificazione per chi ha un quotidiano e diretto riscontro con la situazione dei pazienti.
**** Si veda principalmente Covid-19, il Report ECDC sull’uso delle mascherine facciali nella comunità, pubblicato dal Ministero della Salute: «A supporto dell’uso di mascherine non mediche come mezzo di controllo della fonte di infezione esistono evidenze scientifiche indirette e limitate», «Le raccomandazioni sull’uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione dell’offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi». Cfr. http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/ dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp? lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4501 – Cfr. anche https:// www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=84689 – InJine: «Chi non ha sintomi non deve usare la mascherina. Mentre le persone che non hanno sintomi non devono indossare le mascherine perché non ci sono prove che siano efficaci come protezione personale…», cfr. https://www.galileonet.it/coronavirus-mancanza-mascherine-usocorretto/ Cfr. https://www.ilriformista.it/malore-durante-educazione-Jisica-morti-due-14 studenti-cinesi-e-stata-la-mascherina-100279/ e https://www.orizzontescuola.it/ mascherine-contro-coronavirus-accusate-di-essere-causa-morte-due-studenti/ Cfr. https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/correre-mascherina-15 pericoloso/
Alla luce delle considerazioni sopra evidenziate se il Governo ed il Ministero della salute dovessero perseverare nel porre in essere provvedimenti: • senza un confronto con i medici che operano sul territorio, • senza aver analizzato quanto oggi denunciato, • senza aver verificato i dati “snocciolati” alla popolazione all’interno di un quadro generale di riferimento comparato con i dati di altri momenti storici, darebbero vita ad un’ulteriore serie di atti illegittimi per abuso ed eccesso di potere, violazione di legge, violazione dei principi di adeguatezza e proporzionalità, irragionevolezza e sviamento.
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GLI ISTANTI NELLA LORO QUALITÀ À DI MEDICI E DI CITTADINI DIRETTAMENTE COLPITI DALL’ODIERNA AZIONE DI GOVERNO
CHIEDONO
che il Governo, il Ministero della Salute e le Autorità amministrative oggi interpellate,
VOGLIANO
indicare con quale atto e/o determina
– siano stati adottati i criteri per la creazione delle proiezioni elaborate dagli esperti con espressa indicazione dei criteri utilizzati; – abbia previsto l’adozione di provvedimenti limitativi degli esami autoptici; – abbia previsto di disporre la cremazione delle salme con espressa indicazione dei criteri utilizzati e degli atti presupposti per arrivare alla predetta determinazione;
quale ente, funzionario, responsabile del procedimento ovvero atto e/o determina abbia fornito:
– la conferma nei dati reali oggi disponibili e dei dati utilizzati per i provvedimenti governativi di questi ultimi 3 mesi;

– i dati e gli studi posti alla base delle indicazioni di possibili scenari di inasprimento delle misure di contenimento; – indicazioni in ordine alla necessità di imporre l’uso delle mascherine e del distanziamento sociale anche agli alunni delle scuole, alla riapertura di settembre; – indicazioni in ordine alla necessità all’imposizione di distanziamenti sociali e forme di isolamento in quarantena per soggetti positivi; – le indicazioni poste alla base della decisione di non differenziare le misure di contenimento su base geografico-epidemiologica;
INOLTRE
ai sensi dell’art. 5, L. 241/1990, chiedono che venga indicato il nome del funzionario responsabile del procedimento in relazione all’odierna istanza in autotutela ed a norma dell’art. 328 del codice penale, e diffidano il responsabile del competente servizio a compiere gli atti del suo ufficio o ad esporre le ragioni del ritardo entro il termine di giorni trenta dalla ricezione della presente richiesta, con l’avvertimento che in difetto sarà presentato esposto alla competente autorità giudiziaria.
CHIEDONO
che il Governo, il Ministero della Salute e le Autorità amministrative oggi interpellate,
VOGLIANO
alla luce delle motivazioni evidenziate,
IN AUTOTUTELA, REVOCARE I PROVVEDIMENTI FINO AD OGGI EMESSI SULLA BASE DI UNA DICHIARAZIONE DI UNO STATO DI EMERGENZA DI CUI OGGI NON SUSSISTANO PIÙ NEMMENO I PRESUPPOSTI DI FATTO, CHIEDENDO
al Governo di assumere decisioni politiche che siano fondate su dati reali e soprattutto che siano correttamente esaminati e contestualizzati. Chiediamo al Governo di non trincerarsi dietro facili e prudenziali provvedimenti dettati da tecnici che non hanno una visione complessiva del Paese, che invece dovrebbero avere coloro che li hanno nominati.
Confidiamo, in spirito di sincera collaborazione, di ricevere una risposta a queste nostre osservazioni, la qual cosa consentirà di porre fine alle pericolose speculazioni di chi, dinanzi a tanto dilettantismo, solleva il dubbio che il Covid-19 venga utilizzato per secondi fini.

 

L'Università per Stranieri di Perugia





Da poco sono rientrato da Perugia, bella cittadina medievale anche se non sempre facile da vivere per via della scale, degli ascensori e delle strade tortuose che congiungono le varie colline di cui è composta...
Non facevo il turista ma ho seguito il corso per divenire esaminatore CELI, ovvero la certificazione di livello della conoscenza della lingua italiana per stranieri.
Corso tenuto al CVCL (Centro per la Valutazione e Certificazione Linguistica) della prestigiosa Università per Stranieri della città.
Trenta partecipanti provenienti da tutto il mondo, Europa, Nord e sud America e persino dalla Cina.
Trenta giovani (io un pò meno), appassionati, preparati e curiosi, molto impegnati nel sociale e quasi tutti con grande esperienza di insegnamento della nostra bella lingua.
Le giornate di corso sono state impegnative e piene, lezioni, visione di filmati, prove scritte e test finale, in un clima di collaborazione e piacevolezza.
L'aspetto che vorrei sottolineare da Psicologo è il clima che si era creato nel gruppo di partecipanti.
A poco a poco due tre persone, poi quattro e cinque e via così, alla mensa dell'Università hanno cominciato a parlare di sè e delle proprie esperienze vissute in ogni parte del mondo.
Storie che ho trovato affascinanti e che dimostrano lo straordinario impegno di questi giovani in contesti culturali molto diversi e "difficili" come il sud America o la Cina.
Un piccolo gruppo (me compreso) ha poi organizzato una cena alla caratteristica "Locanda dei Morlacchi", in un clima conviviale e gioioso.
Cibo superlativo e buon vino (ovviamente), ci hanno permesso di passare dalla conoscenza ad un rapporto più intenso e di complicità affettiva, tanto che la nostra collega di New York ha seduta stante allestito un gruppo FB di noi tutti, gruppo che ci permette di stare in contatto con gli amici, tornati ora in ogni parte del mondo e, perchè no, pensare altri incontri qua e là per il pianeta.
Sottolineo il clima di grande "affettivita", piacevolezza, complicità e gioiosità che ci ha coinvolti tutti, alimentato da belle persone disposte a mettere a fattore comune la loro esperienza, umanità e curiosità.
I giorni sono passati in fretta ed è giunto il momento di salutarsi, sinceramente eravamo tutti dispiaciuti, era una piccola (grande) famiglia che si separava con la voglia appena possibile di incontrarsi nuovamente.
Vorrei sottolineare il potere della parola, parlare tra noi, contando sull'attenzione curiosa e non giudicante degli altri ha permesso a persone anche timide di raccontare di sè, della propria esperienza e dei propri desideri, ha permesso di passare da "folla" (intesa come insieme di persone) a gruppo centrato sul piacere di stare assieme, cui hanno contribuito tutti.
Altro ricordo molto piacevole : da Perugia siamo andati a Todi (bellissima) a trovare una collega ex stagiaire della Camera di Commercio Italiana di Nizza. Ci ha accolto con grande calore in seno alla sua bella e vivace famiglia, papà e mamma che hanno cucinato da ristorante étoilée, ore che passavano veloci tanto si stava bene assieme...
In definitiva, grazie ed a presto Myriam, Pino, Carmen, Andrea, Cristina, Giovanna, Ilaria, Gianni, Diego, Chiara, Ivan, Alessio...


Cristina, Pino, Carmen, Andrea, Cinzia, Massimo e Giovanna : "I Morlacchi"







I "Sacerdoti" del cibo: gli Chef

Giovanni Sorrentino a VIA LATINA
Sapete che mi occupo da lunghi anni di "disturbi del comportamento alimentare", (anoressia, bulimia ed obesità) e sapete ancor meglio che il cibo è solo l'effetto visibile di questa sofferenza, sofferenza legata nel profondo alle relazioni emotive con le figure di riferimento familiari.
Ma il cibo esprime soprattutto vita, amore, gioia e piacere, meglio se condiviso con altri: i "Sacerdoti" di questi riti sono gli Chef, uomini e donne che lavorano, studiano e preparano quotidianamente alimenti (poveri o ricchi) con la fatica delle loro mani.
Con piacere vi presento la mia intervista ad uno di questi "Sacerdoti", che lavora a Nizza in Boulevard Jean Jaures, meglio conosciuto come la Coulée Verte dopo l’importante intervento di riqualificazione di questa porzione di città. Qui si affaccia Via Latina, bottega di prodotti italiani freschi, paste, secondi, formaggi e delizie varie, dolci compresi. Proseguendo verso l’interno del locale si scopre uno spazio affacciato sulla cucina, con gli ospiti seduti su sgabelli, che conversano, e al centro un grande tavolo attorno al quale è possibile assaggiare i piatti preparati al momento dallo chef Giovanni Sorrentino, di origine e tradizione napoletana (la sua famiglia gestiva una trattoria vicino al porto di Napoli).
Simpatico, curioso e dalla storia professionale variegata, di formazione è biologo ma la passione per la cucina l’ha allontanato dai laboratori di ricerca per permettergli di dedicarsi completamente alla cucina, e che cucina! Dopo aver lavorato a lungo come chef in Toscana, ad Arezzo, da tre anni è approdato a Nizza. L’innata curiosità lo ha portato a incontrare proprio qui in Costa Azzurra due persone che Giovanni considera visionarie, nella cucina e nella vita. Ha avuto due esperienze lavorative con chef importanti: il primo è David Faure, che è stato una stella Michelin, l’altro è Keisuke Matsushima chef di poche parole ma concreto, scientifico e pulito come sa essere un giapponese. <<Mi ha fatto capire che io coglievo a livello intuitivo alcune cose della cucina che invece è una scienza molto precisa>>.
So che si riferisce soprattutto all’Umami, di cui mi parla  davanti ad un calice di Falanghina, mentre mi racconta della sua esperienza con Matsushima. La parola giapponese significa “delizioso” ed è stata utilizzata da un chimico, il dr. Ikeda, nel lontano 1908, partendo da una zuppa tradizionale che si chiama dashi, fatta con il tonno essiccato di alta qualità, zuppa complessa da preparare. Ebbene Ikeda percepì un gusto che non era tra quelli conosciuti sino ad allora, ovvero: salato, dolce, acido e amaro.
Questo quinto gusto che definì Umami, era un sapore che identificò in una molecola ben precisa ovvero il glutammato di sodio che ritroviamo anche nei dadi da cucina. Per inciso l’Umami viene prodotto oggi in modo industriale dalla stessa azienda fondata dal dr. Ikeda, e viene utilizzata molto in Asia.
Anche in Francia, mi dice Giovanni, il grande chef Paul Escoffier, all’origine della moderna cucina francese, ritrovò nei fondi di cottura della carne (vitello, quaglia, piccione o maiale) questo quinto gusto “rotondo” che completava e dava sapore pieno al cibo, rendeva “delizioso”.
Da bravo napoletano, Sorrentino ama particolarmente la cucina classica della sua città e quella italiana in generale. <<Sai perché il Parmigiano Reggiano è così buono? Perché contiene la maggiore quantità in assoluto di glutammato naturale, ecco perché piace così tanto. Se mangio Parmigiano faccio bene al corpo e questa “delizia” giunge anche alla mia mente. Ti faccio un altro esempio: in un piatto di spaghetti alle vongole c’è glutammato nella pasta e Inosina nelle vongole, quindi è pieno di Umami!>>
<<Tieni conto che l’Umami consente di cucinare con meno grassi, meno olio e burro, perchè combinando i vari ingredienti il sapore “esplode” e non hai bisogno di caricare troppo il cibo, tanto da potere essere mangiato con piacere anche da persone anziane o malate. E’ bene ricordare che con l’età si perde il gusto del sale perché i recettori del salato muoiono e viene fuori sempre più il dolce come sapore percepito>>.
Per i piatti che prepara a Via Latina predilige i prodotti genuini, scelti accuratamente. Mi fa l’esempio della pasta al pomodoro, ma quali pomodori utilizza? <<Naturalmente quelli del “Piennolo” vesuviano, a grappolo, prodotto Dop, così come il formaggio Pecorino Fiore Sardo (Dop), e ho spinto chi mangiava solo carne a provare anche il pesce e… pensa, sono anche tornati curiosi di assaporare altre mie ricette!>>

Intervista pubblicata sul sito: Voglia di Francia  http://www.vogliadifrancia.it/

Intervista su Monaco Italia Magazine

foto © arvalens
Agli operai di un tempo ed ai ristoratori, si aggiungono gli operatori nel campo immobiliare, gli esercenti, i liberi professionisti, gli imprenditori, eccetera. Apprezzati e qualificati nei rispettivi settori lavorativi. Sono gli italiani a Nizza, ovvero gli oltre 30.000 nostri connazionali che si dedicano ad un'ampia gamma di lavori, a cui si aggiungono i turisti ed gli italiani che soggiornano nella città della Costa Azzurra durante le vacanze o per periodi limitati.
Riporto l'intervista che la Dr.ssa Angela Valenti Durazzo mi ha fatto per il suo Monaco Italia Magazine, giornale on-line in italiano, che segue gli eventi del Principato di Monaco e dei territori limitrofi.
Christian Estrosi, sindaco di Nizza, ha origini italiane ed è un sostenitore dei legami culturali, istituzionali e commerciali fra le due nazioni. Mentre girando per la città è inevitabile provare un moto di orgoglio quando si passa in Place Garibaldi, al centro della quale vi è la statua dell’eroe dei due mondi, nato a Nizza.
Sono molte, dunque oltre al Consolato Italiano a Nizza, la Camera di Commercio italiana e il Com.it.es, (Comitato italiani all’estero) le realtà e le iniziative di cui possono usufruire i nostri connazionali.
Ma come vivono gli italiani a Nizza? Quali sono gli stereotipi da sfatare sui cugini d’oltralpe e sui nostri connazionali all’estero? Ce ne parla, in relazione alla propria esperienza personale e professionale Massimo Felici, psicologo e psicoterapeuta milanese trasferitosi a Nizza con la moglie Cinzia nel settembre 2013.
E’ la domanda che sempre mi pongono amici, colleghi e conoscenti italiani da quando siamo espatriati – spiega – sappiamo bene che la Costa Azzurra è conosciuta in tutto il mondo e sinonimo di vacanza, piaceri, buona cucina, offerte culturali e paesaggistiche di rilievo. Tutto vero ma, ovviamente, anche terra ove vivono spesso faticosamente tante persone, francesi e non, che nel corso degli anni hanno cercato, e talvolta, fatto fortuna”.
Dottor Felici, ci racconti innanzitutto perché ha deciso di trasferirsi a Nizza
Per la nostra famiglia non è un’esperienza nuova. Mia nonna ha vissuto 15 anni a Nizza dove aveva due negozi, uno di oggetti veneziani e l’altro di pizzi di Burano. Allo scoppio della guerra rientrò in Italia ma quando rimase vedova volle tornare a Nizza. Per quanto mi riguarda invece, dopo tanti anni di lavoro a Milano come psicoterapeuta, nel settembre del 2013 con mia moglie abbiamo deciso di trasferirci in questa città, dove continuo a fare la mia professione, sia con pazienti italiani a Nizza ed in Costa Azzurra, sia con quelli che seguo via Skype, a Milano o altrove. L’incontro con la Camera di Commercio Italiana di Nizza mi ha permesso di riprendere anche ad insegnare la lingua italiana ai francesi, di allestire seminari per le aziende associate, di occuparmi di eventi culturali ed intervistare persone italiane e francesi per il Blog della Camera di Commercio.
Quali sono, nonostante il supporto di enti ed istituzioni, i problemi che incontra al suo arrivo un italiano che vive e lavora nella città più grande della Costa Azzurra?
Stando alla mia pratica professionale sono principalmente due. La conoscenza non sufficiente della lingua francese può far si che la persona si senta svalorizzata. Infatti chi si trasferisce lo fa per avere più sicurezza dal lato economico, ma vi è anche una fatica di vivere legata all’apprendimento della lingua e all’adeguamento alle diverse abitudini. Occorre infatti per prima cosa rendersi conto che siamo a circa 40 chilometri dall’Italia ma non siamo in Italia. Entrare nella logica di un popolo straniero sebbene con i dovuti tempi e modalità. Un’altra situazione che si presenta con una certa frequenza è quella delle relazioni a distanza che possono degradarsi e finire.
E il terribile attentato del 14 luglio 2016, quali ripercussioni ha avuto in generale sulla popolazione?
L’atmosfera dopo quel giorno è stata a lungo pesante. La maggior parte delle persone, infatti, anche se non si trovava sul posto della strage, ha avuto parenti, amici o conoscenti coinvolti. Oppure ha visto l’accaduto anche se è riuscita a mettersi in salvo. Sicuramente molti hanno avuto bisogno di un sostegno psicologico, anche se devo dire che il Comune di Nizza, ha fatto molto per aiutare la cittadinanza nell’elaborazione del lutto ed anche le recenti celebrazioni del 14 luglio, festa nazionale francese, lo hanno dimostrato.
Ed oggi ?
Nessuno ha dimenticato ma oggi si vuole andare oltre. I primi tempi era difficile anche per me, passare sulla passeggiata in bicicletta, come facevo prima, come niente fosse. Nessuno si aspettava quello che è accaduto. Nizza è sempre stata per i turisti e per noi tutti un’isola felice. Qui non poteva accadere nulla.
E tornando agli italiani a Nizza?
Andando all’estero cominci a pensare in maniera diversa. Non è che si dimentica l’Italia, al contrario chi è qui vede molto meglio la realtà del nostro Paese, quali sono i problemi ed anche le prospettive e le risorse. Qui si crea un mix tra la cultura italiana, che è grandiosa, ed il welfare francese. In un certo senso l’italiano all’estero è più italiano, se si esclude una minoranza che dà un taglio netto alle origini.